Signora Grassa di Saliagos: la più antica scultura delle Cicladi conosciuta
La signora grassa di Saliagos (conosciuta anche come la signora nuda di Saliagos) è una figura in marmo del periodo neolitico dell'Egeo scoperta sul piccolo isolotto di Saliagos tra le isole greche di Paros e Antiparos.
La figura risale al 5000-4000 a.C. circa ed è la più antica scultura delle Cicladi conosciuta. Alla figura mancano la testa e la spalla sinistra.
È stato ritrovato durante gli scavi di Saliagos negli anni '60 e attualmente risiede nel Museo Archeologico di Paros.
A soli 500 metri a nord di Antiparos si trova Saliagos, un isolotto di inestimabile valore storico e bellezza naturale.
L'isolotto ha una lunghezza di 100 metri (da nord a sud) e una larghezza di 50 metri (da est a ovest). Durante il Neolitico, il livello del mare era almeno sei metri più basso di quello attuale, e Saliagos era una penisola sull'istmo che collegava Antiparos al fratello maggiore Paros.
Conosciuto dagli amanti della storia di tutto il mondo per i ritrovamenti archeologici qui effettuati, questo isolotto ospitava il più antico insediamento conosciuto nelle Cicladi, circa 5.300 anni fa.
Secondo gli archeologi, l'uomo iniziò a stabilirsi nelle isole Cicladi all'inizio del tardo Neolitico, sull'isolotto di Saliagos, che si trova a 500 metri da Antiparos.
L'insediamento di Saliagos, le cui tracce furono individuate per la prima volta nel 1961 da Nikolaos Zafeiropoulos, sovrintendente alle antichità, e portate alla luce dagli archeologi britannici John Evans e Colin Renfrew nel 1964, copre l'intero isolotto e risale almeno alla fine del V sec. millennio a.C. circa.
Era composto da abitazioni rettangolari con fondamenta in pietra, circondate da un muro. Il compito di costruire un muro difensivo richiede uno sforzo collettivo coordinato, un fatto che dimostra che nelle Cicladi era già iniziato il processo che avrebbe portato più tardi, durante la prima età del bronzo, alla fondazione delle città.
Gli abitanti dell'insediamento costruivano i loro strumenti e le punte di freccia in ossidiana. Sembra, infatti, che la lavorazione dell'ossidiana avvenisse in misura molto maggiore di quanto potessero spiegare le necessità locali; ciò indica che l'insediamento di Saliagos costituiva un centro per la lavorazione e il commercio dell'ossidiana proveniente da Milos.
I suoi abitanti si dedicavano anche alla pesca, all'allevamento del bestiame, alla coltivazione dei cereali, alla lavorazione della ceramica e all'intreccio di cesti.
Sull'isolotto sono stati rinvenuti anche cucchiai fatti di cozze, diverse zappe e strumenti fatti di ossa, vasi e figurine.
La maggior parte dei vasi rinvenuti a Saliagos somigliano a fruttiere. Sono realizzati in argilla scura e presentano una decorazione lineare bianca, sono aperti, con contorno diritto, ricurvo o angolato, e hanno la base piana o, più spesso, un alto sostegno.
Nessun sito della cosiddetta "civiltà di Saliagos" è sopravvissuto. Si conoscono pochissimi fatti sia sulla società che sulle convinzioni religiose di queste persone, nonché sulla loro origine.
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