Il festival dei fantasmi affamati
Stasera sul palco di Penang, una Venere cinese poco vestita sta cercando una seria attenzione. I riflettori sfacciati giocano a nascondino attorno alla minuscola gonna che abbraccia le sue gambe lunghe e sexy, che si piegano appassionatamente mentre la sensuale signora soffia puro zucchero pop nel suo microfono.
In un mondo perfetto, una regina di bellezza così ben sintonizzata avrebbe bis e secchi di fiori che cadevano ai suoi piedi. Come minimo, meriterebbe qualche fan che applauda i suoi sforzi nelle prime file. Ma non stasera: questa moderna Suzie Wong si esibisce con i posti vuoti, spingendo i passanti curiosi a chiedersi cosa sta succedendo, a dare una sbirciatina più ravvicinata e curiosa, e magari decidere di sedersi e dare un po' d'amore alla signora. “Non sedetevi nelle prime file!” urla Ang Hoi sopra i ritmi martellanti della techno cinese. Hoi è un negoziante cinese malese diventato medium per l'occasione. “Non puoi sederti lì”, dice, “quelle sedie sono riservate ai fantasmi”, insiste. È difficile da credere, ma stasera demoni e spiriti aleggiano intorno a noi. Questo non è il tipo di superstizione che ti aspetteresti di trovare in Malesia e Singapore, la prima in via di sviluppo troppo rapido, e la seconda tra le principali nazioni del Sud-Est asiatico, dove tecnologia e comfort di lusso hanno trasformato tradizioni e folklore in un mondo di acciaio e cemento. fossa comune.
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